HHO – Hydrogen Generator

L’idea di costruire una cella ad idrogeno è nata guardando un po’ di video su youtube che mostravano qualche patito della “free energy” che cercava di utilizzare il processo dell’elettrolisi dell’acqua per generare del gas combustibile successivamente utilizzato per l’alimentazione diretta o parziale di un motore a scoppio standard.

Mi sono subito interessato all’argomento non per l’utilizzo con i motori a scoppio (ci sono molti problemi a riguardo…) ma più che altro perchè era qualcosa di nuovo, fuori dalla solita schedina elettronica che facevo di solito 🙂

Dopo un po’ di giri nei vari siti web che parlano dell’argomento ho iniziato a progettare la mia cella!

La prima cosa da progettare è ovviamente l’alimentazione della cella stessa, a che tensione alimentare le piastre, quanta corrente fornire al sistema, etc, etc…

Visto che la cosa importante è avere molta corrente a disposizione a basse tensioni, la scelta dell’alimentatore è caduta sulla prima cosa che mi sono trovato sotto mano: uno di quei alimentatori per pc fissi che era in grado di fornire i classici 12V ed erogare la bellezza di 5/10Ampere (vecchiotto direte voi.. ma per l’inizio era più che sufficiente 🙂 )

In secondo luogo mi servivano delle piastre in acciaio inox adatte a sopportare le correnti in gioco senza corrodersi con il processo dell’elettrolisi. Grazie al mio amico Steno 😀 in meno di una settimana avevo in mano un bel pacco da 100 e passa piastre in acciaio inox da 10x10cm ed 1mm di spessore 🙂

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A questo punto bastava aggiungere un barattolo di Nesquick, cinque piastre di test, un po’ di silicone ed un sacchetto per raccogliere il gas ed ecco qui il primo prototipo per eseguire i primi test 😀 :

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Ed ecco il primo palloncino pronto per esplodere 😀 ahahah (per la gioia dei vicini 😛 )

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Sono bastati 2, 3 palloncini per dire che il barattolo di Nesquick non era abbastanza grande!

Così ho iniziato a progettare una cella leggermente più grande, pensando ad una produzione di gas maggiore. Non volendo spendere troppi euri per l’acquisto di un alimentatore switching con potenze maggiori, ho pensato: perchè non usare direttamente la tensione di rete che ho in casa?? ;D

I problemi erano quindi:

  • generare una tensione continua partendo dalla 230V alternata di casa
  • alimentare ogni singola piastra a soli 3, 4V

Decisi quindi di raddrizzare la tensione di rete con un ponte a diodi adeguato alle correnti in gioco (30A) e di installare una cinquantina di piastre poste in serie alimentando solamente la prima e l’ultima della serie. Essendo una serie di piastre, i circa 300V continui venivano distribuiti equamente in tutte le piastre senza la necessità di trasformatori vari.

A questo punto, via con la progettazione!

Ecco il prototipo disegnato in CAD:

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Qui metto una breve lista delle lavorazioni ed alcuni test:

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Qualche test di pressione…

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Ovviamente serviva un bel box per portare la cella e per contenere tutta l’elettronica:

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Ecco un video in preview del progetto:


Pro e contro del progetto:

  • consuma leggermente tanto 😀 3000 watt non sono pochi e il contatore dell’enel si incaz***a subito 😀
  • si scalda subito, l’acqua interna arriva presto ad 70/80°C, servirebbe un sistema di raffreddamento forzato.
  • si possono fare dei bellissimi palloncini (o MEGA sacchetti 😀 ) da far detonare a capodanno!
  • l’uso del cannello per saldare è sconsigliato vista l’eccessivo consumo di corrente nell’unità di tempo 😀 eheh

dubbi? domande? curiosità? scrivete qui sotto!

14 Risposte a “HHO – Hydrogen Generator”

  1. Le chido gentilmente dove possono essere recuperate le lastre di acciaio inox o se puo’ procuramele.
    Grazzie mille in anticipo 😉

  2. Il tuo progetto è eccezionale e si presenta anche esteticamente molto bene.
    Ho alcuni dubbi, visto che ultimamente ho già bruciato 2 alimentatori che funzionavano degnamente: in un prototipo come il tuo si usa acqua semplice di rubinetto o va aggiunto qualcosa?, l’acqua va immessa a caduta da un contenitore dentro l’apparecchio per poi far uscire l’idrogeno? un alimentatore da 13,8 volt 2A è sufficiente?
    Nel tuo prototipo le piastre sono unite una all’altra da una guarnizione e solo la prima e l’ultima sono alimentate, se ho capito bene: come posso farmi in casa una guarnizione?
    Ti ringrazio se potessi darmi dei consigli e una risposta la mio messaggio.
    Grazie e bel lavoro
    Luca Verona

    1. Grazie della visita e del commento, cerco di risponderti innanzitutto con una domanda:
      come hai fatto a bruciare questi due alimentatori?

      In ogni caso l’acqua del rubinetto contiene molte sostanze disciolte che porterebbero alla formazione di “scorie” dopo poche ore di utilizzo. Quindi la soluzione classica è utilizzare della semplice acqua distillata. Non essendo però molto conduttiva, io aggiungevo della soda caustica in scaglie cosi da aumentarne la conducibilità elettrica. L’esatta quantità da disciogliere va calcolata a tentativi, specialmente se non puoi limitare manualmente l’erogazione di corrente del tuo alimentatore.

      Questa soluzione va inserita dentro la cella ed andrà a sommergere le piastre in acciaio inox che nel mio caso sono semplicemente distanziate da un distanziatore in teflon bianco (vedi le foto).

      Avendo a disposizione molta tensione ho optato per fare una singola serie di piastre, ma se te hai a disposizione solo 13V dovresti fare una serie di massimo 10piastre se non 8.

      Per altri dubbi sono a tua disposizione.

      Ciao e buon lavoro anche a te.

      Ps. attenzione un po’ a tutto, dalla soda caustica all’idrogeno prodotto che come ben saprai è molto esplosivo.

      1. Grazie per la risposta.
        Premetto che ho sempre utilizzato l’elettrolisi per pulire monete vecchie o altro e in una bacinella tenevo gli elettrodi distanti fra loro ca. 10/15 cm e aggiungendo all’acqua solo sale grosso e in qualche caso anche l’aceto. L’alimentatore scaldava ma non si è mai bruciato.
        Negli ultimi esperimenti ho usato come elettrodi delle pinze in acciaio inox e le punte erano molto vicine,ca 2 cm. Nell’acqua avevo messo sale grosso e qualche cucchiaino di bicarbonato: l’alimeentatore andava sotto sforzo e notavo che il flusso di idrogeno si bloccava, come se l’impedenza fosse a zero in corto.
        Ho dedotto quindi che la soluzione essendo diventata super conduttore avesse provocato una specie di corto circuito.
        Visto che con mio figlio proseguiamo nell’esperimento, ti ringrazio, sarebbe il minimo acquistare il tutto già pronto, ma visto che questo lo faccio per pura passione ritenterò.

        P.s.: una cosa non capisco, il foro piccolo è per far passare l’acqua, ma se io collego il canestro contenitore alla cella posizionandolo in alto, non si riempie la cella fino all’orlo superiore andando a coprire lo spazio per l’idrogeno?

        Luca Verona
        buona serata

        1. Esatto, non avendo una limitazione della corrente, visto la presenza di troppo bicarbonato, il tuo alimentatore avrà cercato di fornire tutta la corrente disponibile, anche più di quanto sarebbe riuscito a fornire… In poche parole gli stavi tirando il collo 😀
          Per quanto riguarda il foro invece non ti preoccupare, io lasciavo si e no uno due centimetri di spazio libero all’interno della cella. Durante la produzione l’acqua ribolliva ed infatti esternamente ho dovuto creare un filtro per evitare la fuoriuscita del liquido assieme al gas.

  3. ciao mi complimento per il lavoro!
    Anch’io sono stato incuriosito dalla cella a idrogeno e così per provare ne ho costruita una. Ho: un catodo – sei neutri – un anodo – sei neutri – un catodo.
    che tensione e intensità di corrente mi consigli per ottenere un buon rendimento? i neutri forse sono troppi?
    adesso sto usando un alimentatore del pc su i 5 V e i 25 A… ma i risultati sono scarsi!

    1. Grazie dei complimenti 🙂
      Parlare di rendimento per queste cose è un po’ azzardato visto che siamo a livelli molto bassi, specialmente con costruzioni hobbistiche / casalinghe.
      Non so dirti se il tuo setup sia più o meno corretto, tutto dipende da diversi fattori quali le dimensioni delle piastre, il tipo di soluzione utilizzata (acqua e soda caustica nel mio caso) e la percentuale di soda caustica disciolta che comporta l’abbassamento della resistenza della cella ed un conseguente aumento della corrente che l’alimentatore dovrà erogare.
      Così ad occhio con 6 piastre ti ritrovi con circa 0.8V per piastra, che forse sono pochini. Prova a diminuire il numero di piaste a 4 cosi da avere almeno 1.25V per piastra.
      Inoltre visto che l’alimentatore è quel che è… io proverei ad utilizzare solamente una serie di piastre (catodo – 4 piastre – anodo) e vedere se con la giusta soluzione acquosa si riesce a far erogare almeno 15, 20 ampere a quell’alimentatore 🙂 dovresti iniziare a produrre leggermente di più.

      Se hai altri dubbi sono qui, in bocca al lupo e occhio al gas prodotto!

      Ciao

      1. Grazie per i consigli! Quello che dici effettivamente non fa una piega! Mi è bastato, al posto di togliere le piastre, usare un alimentatore un po’ più forte di amperaggio (un comune caricabatterie per auto) ed ho iniziato ad ottenere i primi buoni rendimenti 🙂
        Ci sentiamo sicuramente piu avanti…sei proprio disponibile!
        Ciao!!

  4. Salve, ho visto il tuo interessamento e professionalità nell’affrontare i problemi. Avrei una domanda da porti, dato che hai realizzato una cella non proprio casalinga potresti verificare la resistenza ottimale dell’elettrolita
    misurandola a temperatura ambiente e farci sapere.
    Inoltre desideravo conoscere la tua opinione rispetto all’uso di un PWM e alla frequenza di risonanza.
    In qualunque caso complimenti per il lavoro svolto.

  5. Ciao.
    Innanzitutto mi complimento con te per il lavoro.
    Volevo farti una domanda.
    Nel video si vede una bacinella gialla dalla quale fuoriesce una schiuma bianca.
    Cos’è?
    E dove sono collegati i fili che finiscono nella bacinella?
    Io volevo fare una cosa del genere con dei pannelli solari.
    Può funzionare lo stesso?

    1. Ciao,
      la bacinella gialla era un semplice contenitore per testare il funzionamento della cella prima di “intubarla”.
      I fili erano collegati all’alimentatore che forniva l’alta tensione.
      Con dei pannelli solari hai davvero poca corrente a disposizione, quindi con la mia configurazione non funzionerebbero.

      Ciao e scusa il ritardo nella risposta 😉

  6. L’unica vera prova fatta come si deve che io abbia mai visto. Youtube, ricerche varie danno sempre risposte sommarie e “giochi” poco piu ! Alberto posso solo farti i miei complimenti e ti seguirò visto che sono anni che penso a questa cosa ma sotto il punto di vista puramente meccanico in quanto non sono elettrovnico… se lo fossi lo avrei gai fatt o s ene conoscessi uno vicino casa 🙂 Complimenti nu vuovo

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